Tutti i Convitti

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Nel progetto generoso concepito dal gruppo milanese che aveva istituito il primo Convitto scuola della Rinascita, si prospettava di fondare in ogni provincia, in ogni città, e anche nelle campagne, una rete nazionale di Convitti scuole, aperti a tutti i giovani, per dare loro la prospettiva di una cultura critica e di una educazione democratica. Invece dei 90 previsti in un primo tempo (uno per provincia) riuscirono ad avere vita, per pochi anni, solo dieci Convitti, oltre alla particolare esperienza del Villaggio della Rasa, presso Varese. Ogni Convitto era dedicato alla memoria di un partigiano caduto. La maggior parte dei Convitti chiuse nel 1949, quando il Ministero della Pubblica istruzione non rinnovò la convenzione finanziaria con i Convitti e vennero quindi a mancare sia i finanziamenti che gli insegnanti che vi erano stati distaccati.

Un gruppo di convittori di Omegna. Accovacciati, in basse, Pasquale Maulini e Serafino Soressi.
Un gruppo di convittori di Omegna. Accovacciati, in basso, Pasquale Maulini e Serafino Soressi.

Milano – Il Convitto Amleto Livi

Il primo sorto subito dopo la Liberazione, nell’agosto 1945, ad opera di un gruppo di partigiani reduci dell’Ossola, sotto la guida del commissario politico della Decima Brigata Garibaldi “Rocco”, Luciano Raimondi. Del Comitato promotore, oltre a Raimondi, fanno parte il professor Antonio Banfi, illustre filosofo dell’Università degli Studi di Milano, e la professoressa Claudia Maffioli, insegnante di storia e filosofia nel liceo; e ne fanno parte tre giovani studenti, Angelo Peroni, Guido Petter e Ludovico Tulli. Oltre al liceo scientifico, alla scuola media e all’avviamento al lavoro, vi si tengono corsi professionali per odontotecnici, orologiai, analisti chimici, adatti ai mutilati, e poi il corso per grafici pubblicitari. E’ presente un Centro di orientamento agli studi e alle professioni, tenuto dai professori Cesare Musatti e Gaetano Kanizsa.

Torino – Il Convitto Giovanni Baima Besquet

Aperto nel gennaio 1946 con l’arredamento spartano fornito dal Comando militare alleato, nel marzo si trasferisce nella sede più comoda di Villa Rey, dove però è impossibile installare i laboratori per i corsi per geometri, ragionieri e periti industriali. Gli allievi seguono quindi nel Convitto le lezioni su materie di cultura generale, mentre per le materie più strettamente tecniche vengono inviati a un istituto industriale statale. Chiude nell’ottobre del 1949.

Novara – Il Convitto Mario Preda

Questo Convitto si era specializzato per l’assistenza a bambini e ragazzi giovanissimi, quasi tutti dagli 11 ai 16 anni, che frequentavano le scuole esterne postelementari, e nel pomeriggio trovavano nel Convitto un’attività di assistenza agli studi, come un doposcuola. Aperto nel maggio 1946, chiude nell’ottobre del 1951.

Venezia – Il Convitto Francesco Biancotto

Il Convitto venne aperto nel giugno 1947 con solo 25 allievi all’inizio, che aumentarono fino a 120, di età compresa fra i 4 e i 18 anni. I ragazzi, provenienti da povere famiglie contadine e operaie, frequentavano regolari corsi scolastici elementari e medi nelle scuole esterne. Riuscì resistere fino al 1957.

Cremona – Il Convitto Luigi Ruggeri

Aperto nel marzo 1946. Vi si tenevano corsi di tecnica casearia, agraria e zootecnica. Annesso alla scuola c’era un piccolo caseificio e dalla lavorazione del latte si ricavava un siero utile per l’allevamento dei suini; perciò su un terreno distante si installò una porcilaia, curata dai convittori. Più tardi venne inaugurato un corso di liuteria. Venne chiuso per sfratto nell’ottobre 1949.

Reggio Emilia – Il Convitto Luciano Fornaciari

Il Convitto inizia nel’ottobre 1945, con un corso per capi-cantieri edili, poi per telegrafisti e infine per meccanici agrari. Gli allievi costruirono due cinema e installarono una fabbrica di profumi. Chiude nel 1954, alla cessazione delle sovvenzioni statali.

Bologna – Il Convitto Gianni Palmieri

Aperto nel marzo 1946, vi si tenevano corsi per assistenti e disegnatori edili, nonché corsi specializzati di tipo professionale e corsi di recupero per geometri e periti edili. Nel vicino paese di Molinella Marmorta vi erano corsi per periti agrari, presso una tenuta agricola. Venne chiuso nell’ottobre 1949.

Genova – Il Convitto Bisagno

“Bisagno”, che è il nome di un torrente di Genova, era il soprannome del partigiano Aldo Gastaldi. Il Convitto venne inaugurato nel marzo 1946, con 105 convittori; i corsi erano soprattutto di natura tecnica, incluso l’istituto nautico. Nel 1949, venuta meno la convenzione ministeriale, la prima sede di Villa Bozzano venne abbandonata, ma il Convitto non chiuse l’attività. Trasferito a Villa Laura, regolarmente presa in affitto da un privato, accolse 120 bambini orfani di caduti. Riuscì a resistere fino al 1955.

Sanremo – Il Convitto Luigi Nuvoloni

Il Convitto, aperto nel gennaio 1946 con 80 allievi, ebbe subito il carattere di scuola alberghiera e del turismo, con speciale attenzione alle lingue straniere, coerentemente con la vocazione del territorio. Il Convitto aveva una organizzazione interna di tipo alberghiero, e gli allievi erano a turno i clienti dei propri compagni. Venne chiuso nel 1949.

Roma – Il Convitto Giaime Pintor

Giaime, scrittore e traduttore, fu tra i primi collaboratori della Casa Editrice Einaudi, insieme con Cesare Pavese e Massimo Mila. Il Convitto aperto nel marzo 1946 ebbe come direttori prima Mario Alighiero Manacorda, poi Lucio Lombardo Radice. Vi si tenevano corsi per geometri, per operatori turistici, con particolare attenzione alle lingue straniere, per grafici pubblicitari. Lo frequentarono anche dei ragazzi delle borgate romane, del tutto analfabeti, che impararono a leggere e scrivere con l’assistenza della signora Manacorda. Venne chiuso nell’ottobre del 1949.

La Rasa di Varese – Il Villaggio Sandro Cagnola

Il villaggio era sorto nel 1947 per iniziativa di Piero Montagnani, vicesindaco di Milano, prima come campeggio, e poi come “villaggio dei ragazzi”, caratterizzato da un sistema di autogoverno che peraltro non aveva funzionato a dovere. Nel 1952 ne fu offerta la direzione a due insegnanti del Convitto Amleto Livi di Milano, Sergio e Rosina Rossi. Questi iniziarono una gestione modellata sull’esperienza dei Convitti-scuola della Rinascita, che si rivelò efficiente per gestire una comunità giovanile molto eterogenea. Oltre alla frequenza delle scuole regolari, vi erano una fattoria, un laboratorio di falegnameria e uno di meccanica. Molto curata la cultura artistica: musica, canto, teatro, cinema, artigianato artistico, con la collaborazione dei marionettisti Colla.